DIPNOI: PESCI CHE RESPIRANO FUORI DALL’ACQUA
DIPNOI: il pesce fossile che ha 400 milioni di anni
I dipnoi sono dei pesci fossili comparsi sulla terra nel periodo Devoniano, circa 400 milioni di anni fa.
Abitano nei fondali delle paludi e degli acquitrini in acque povere di ossigeno. Principalmente è possibile scovarli in Australia, in Africa ed in Sudamerica.
Come potete notare dalla foto, hanno un corpo allungato come la Lampreda e una singola pinna caudale. Hanno un corpo viscido molto simile all’anguilla e sono dotati di zampette rudimentali.
QUAL È LA LORO CARATTERISTICA?
Esistono diverse specie di dipnoi, ma tutte hanno in comune una caratteristica unica: un polmone che gli permette di respirare anche fuori dall’acqua. Infatti, questi pesci, oltre ad avere le comuni branchie, sono dotati di un polmone che gli permette di avere una doppia respirazione, sia dentro sia sia fuori dall’acqua.
Ma, perché hanno sviluppato un polmone?
Come la maggior parte delle caratteristiche uniche di una specie, pare che lo sviluppo del polmone sia legato a motivi evoluzionistici e di selezione naturale.
Infatti, i dipnoi vivevano e vivono tutt’ora in ambienti caratterizzati da periodi di piogge intense, ma anche da periodi di forte siccità. La carenza di piogge che si protrae nel tempo rende il terreno arido e sopravvivere in un clima eccessivamente caldo e privo d’acqua non dev’essere una passeggiata. Per far fronte a queste avversità metereologiche, pare proprio che i dipnoi abbiano sviluppato delle sacche polmonari per respirare sulla terraferma. A differenza di altre specie, quando il caldo diventa eccessivo e le acque scarseggiano, i dipnoi rimangono nello stesso posto, sprofondando nei fondali di fango.
PERCHE’ VIVONO NEL FANGO?
Come dicevamo, i dipnoi vivono principalmente nelle acque ferme e sembrano dei serpentelli viscidi che strisciano nel fango. Nei periodi di siccità creano delle gallerie di melma in cui si immergono e da cui sgusciano serpeggiando solo per andare in ricerca di cibo. In particolare, si nutrono di lombrichi, vari invertebrati acquatici, piccoli crostacei e girini. Imbrattano il loro corpo di fango misto a muco creando una sorta di pallottola e si immergono nella profondità della loro tana respirando l’aria proveniente da piccoli fori creati nel pantano. Alcune specie sono in grado di sopravvivere in questo stato di torpore anche per un’intera stagione.
COME TRASCORRONO LA LORO GIORNATA NEI PERIODI DI SICCITA’?
Si nascondono nella melma dalla quale fuoriescono strisciando come lombrichi. Sembrano delle anguille, ma non lo sono. Inoltre, le zampette rudimentali gli permettono sia di nuotare sia di appoggiarsi al fondale e spostarsi più velocemente da una pozzanghera all’altra. Successivamente, entrano in uno stato di torpore. Riducono al minimo il fabbisogno di cibo e di acqua rallentando la loro attività e la loro respirazione. In questo stato, i pesci si limitano a consumare le proprie riserve di grasso entrando in una specie di letargo che gli permette di resistere alle condizioni atmosferiche sfavorevoli.
ADATTABILITA’ ED EVOLUZIONE
Questa specie è un esempio lampante di come gli animali e la natura siano in grado di adattarsi ai cambiamenti ambientali del mondo in cui vivono. I dipnoi non solo hanno modificato le loro condizioni di vita, ma hanno modificato anche le loro funzioni biologiche e fisiche per adattarsi e adeguarsi a questi cambiamenti.
Una domanda continua a girarci in testa. Questo continuo adattarsi è un fenomeno che riguarda tutte le specie della Terra ed è fenomeno che non riguarda solo il passato, ma che viviamo anche nel presente. Alcuni animali e alcune piante stanno già modificando le proprie abitudini e stanno migrando in cerca di nuovi habitat per sopravvivere ai cambiamenti climatici.
E allora la domanda che ci poniamo è: e se un giorno le condizioni climatiche dovessero diventare davvero proibitive per l’uomo, la nostra specie sarà in grado di evolversi e adattarsi a lunghi periodi di siccità o ad improvvise glaciazioni?
Voi cosa ne pensate?