UN’ESCA PER AMICA

UN’ESCA PER AMICA: L’ESCA E L’AMO SONO I NOSTRI MIGLIORI ALLEATI

UN’ESCA PER AMICA: per tentare il pesce, bisogna proprio provarle tutte…

Ogni volta che ci prepariamo per una nuova sessione di pesca, ci sono degli elementi ricorrenti e fondamentali da non sottovalutare, come la scelta dell’esca, dello spot in cui calare la lenza, della montatura da realizzare. Tutti elementi che variano in base al luogo in cui siamo e agli avversari a cui decidiamo di puntare. In questo articolo, in particolare, vogliamo parlarvi ed esaminare insieme una serie di esche ed ami adatti a stagioni e pesci diversi!

UN’ESCA PER AMICA: Bigattini

L’esca universale è il bigattino. Un’esca facile da reperire, utilizzabile durante tutte le stagioni dell’anno ed idonea per pasturazioni sul fondo e a galla, perfetta per tutti i nostri corsi d’acqua. L’innesco principe per questa esca è di un singolo bigatto passato sottopelle a metà corpo. La scelta di questo tipo di innesco è semplice: la vitalità del bigattino è fondamentale per riprodurre la calata verso il fondo orizzontalmente, proprio come i bigatti che fionderemo vicino al nostro segnalatore. Ci sono tantissime altre opzioni per questa tipologia di esca, ma se vogliamo incentrare la nostra sessione sui golosi e grossi cavedani, questo innesco è perfetto per ingannarli!

Generalmente scegliamo ami del numero 20, 22 e 24 (Serie 29 della Tubertini). Un amo senza ardiglione, ottimo per ingannare gli astuti cavedani.

Noi di Guida Del Pescatore però, amiamo sperimentare, scoprire tecniche nuove e cambiare le nostre scelte durante le sessioni di pesca. Un esempio fra tutti, sono i bigattini “galleggianti”, una scelta vincente, soprattutto quando decidiamo di effettuare delle passate radenti il fondo. Abbiamo scovato questo trucco da un pescatore incontrato parecchi anni fa. Aveva un modo tutto suo di innescare l’esca: immergeva i bigattini nell’acqua e questo gli permetteva di avere delle catture continue. Le sue passate facevano radere l’ultimo piombo sul fondo, ma senza mai incagliare, perché utilizzava dei bigattini galleggianti. L’esca leggermente sollevata dal fondale, ondeggiava nell’acqua riproducendo un movimento molto simile alle esche utilizzate come pastura… Questa strana scelta ci ha subito incuriositi e abbiamo cercato di scoprirne di più…

ma come rendere galleggianti i bigattini?

È abbastanza semplice. Dopo averli riposti in un contenitore chiuso, immergiamoli in un dito d’acqua per circa 10/15 minuti, così da farli bere il più possibile. Questo trattamento un po’ macabro li renderà perfettamente galleggianti. Non tutte le ciambelle escono con il buco, perciò è sempre bene verificare di aver ottenuto il risultato cercato. Eventualmente vi basterà aggiungere ancora un po’ d’acqua e provare ad utilizzarli esclusivamente come innesco.

UN’ESCA PER AMICA: Caster

Un’altra esca che ci ha regalato tantissime soddisfazioni è sicuramente il caster. Durante la bella stagione è davvero micidiale! Dinnanzi a quest’esca i grossi cavedani perdono completamente la loro innata diffidenza! Realizzare i caster in autonomia è un processo un po’ complesso, tuttavia, vi regaleranno tantissime emozioni. Abbiamo messo alla prova questa esca in svariate occasioni e vi assicuriamo che prendere un cavedano che ha appena bollato sulla nostra esca è davvero emozionante! Di solito scegliamo un amo del numero 22, 20 serie 28 della Tubertini, nascondendolo completamente all’interno della crisalide.

UN’ESCA PER AMICA: Pane

Questa è un’altra esca che può essere utilizzata tutto l’anno! I pesci che catturiamo più frequentemente sono: savette, scardole, pighi, carassi, carpe, cavedani e talvolta anche barbi.

Un’esca davvero semplice, affascinante, tuttavia molto tecnica. Gli spot in cui preferiamo utilizzare il pane sono senz’altro i fiumi in cui le correnti sono lente e i fondali sono medio alti. Sicuramente abbiamo ottenuto i maggiori risultati nei periodi di siccità, quando le acque sono limpide ed i livelli dei fiumi molto più bassi.

L’innesco del pane deve avere una sola caratteristica: gonfiarsi quando entra in contatto con l’acqua. Per questo occorrerà innescare una piccola briciola di mollica e pressare con le dita solamente la parte alta del fiocco di pane, creando una piccola coesione con il gambo dell’amo. Gli ami migliori sono quelli a gambo medio/lungo, ultimamente abbiamo provato e ottenuto ottimi risultati con gli ami della serie 11S n.13, 14, 15 della Tubertini. Per quanto riguarda le dimensioni, variano a seconda dei bocconi. Per esempio, per ingannare qualche bella regina, abbiamo utilizzato ami del n. 6 con bocconi molto più voluminosi, al contrario, per le savette siamo scesi al n. 15 e innescato un minuscolo fiocchetto di pane.

UN’ESCA PER AMICA: Frutta di stagione

Esca per eccellenza dell’estate, con le sue tantissime varietà è ottima per catturare i furbi cavedani dei nostri fiumi… Questi ciprinidi sono davvero scaltri, riconoscono facilmente l’inganno di un bigatto innescato con un micro amo, ma di fronte alla frutta diventano come dei bambini di fronte ad un barattolo di nutella: perdono completamente la loro diffidenza e pescarli diventa davvero semplice! Per alcune tipologie di frutta è necessaria una pasturazione preventiva. Altri frutti, invece, hanno una potenza talmente attrattiva che è possibile utilizzarli direttamente durante la sessione di pesca. Una frutta che usiamo spesso è il sambuco, un’esca facile da reperire e che si trova molto spesso sulle rive dei fiumi lombardi. Tenete conto che per una sessione di pesca occorrono circa una ventina di grappoli che andranno appositamente sgrappolati e posti in una bacinella. Ad ogni passata andrà lanciata una manciata di acini proprio sopra il vostro segnalatore e vedrete che affondate! Per questa esca utilizziamo solitamente ami a curva larga e arrotondata della misura del n. 18/16. La serie 28 Tubertini si presta molto bene per questa esca.

Un altro consiglio: osservate sempre attentamente i fiumi. Spesso possiamo usare i frutti presenti sulle sponde che garantiscono già di per sé una pasturazione naturale. Ad esempio, lungo le sponde dell’Adda capita spesso di trovare una pianta di fichi e quale occasione migliore per sfruttare questo elemento a nostro vantaggio? Siamo riusciti ad ingannare con grandissima facilità cavedani da oltre un kg!

Se volete leggere l’articolo completo, date un’occhiata al nostro articolo pubblicato sulla rivista Pesca In! Buona lettura!

 

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