SCARDOLE DELL’ADDA
SCARDOLE DELL’ADDA: FINALMENTE LA STAGIONE E’ INIZIATA!
SCARDOLE DELL’ADDA: “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.” (Sun Tzu)
Le acque pian piano si stanno riscaldando e nell’aria si respira un delizioso profumo di primavera, questo vuol dire solo una cosa: è iniziato il periodo migliore per noi pescatori. Tra tutti i corsi d’acqua che amiamo visitare in questo periodo, ce n’è uno che regala sempre forti emozioni: stiamo parlando dell’Adda. Sarà per via del color verde smeraldo, della sua imprevedibilità, delle sue acque cristalline o semplicemente per via dei ricordi legati a questo posto, di quando eravamo piccoli e delle emozioni provate durante le nostre prime sessioni di pesca… resta il fatto che per noi è un appuntamento immancabile durante la stagione di pesca.
I pescatori, che conoscono e frequentano questo fiume abitualmente, sanno benissimo le sue peculiarità… la pesca sull’Adda non è mai scontata, l’abbiamo imparato a nostre spese! È un corso d’acqua che può concedere grandissime emozioni e innumerevoli catture, ma allo stesso tempo vi sono giornate in cui, nonostante le grandi aspettative, i risultati sono stati completamente differenti. Ed è forse proprio l’imprevedibile lunaticità di questo fiume che rende la pesca molto affascinate, una pesca in cui ogni cattura è sempre una piccola, grande soddisfazione!

LE SCARDOLE DELL’ADDA
Oggi però vogliamo parlarvi di un pesce particolare, un pesce che spesso viene snobbato dai pescatori locali, perché poco combattivo e di facile cattura, ma che secondo noi può, invece, regalare una pesca alternativa con particolari emozioni e un bel divertimento. Stiamo parlando delle scardole! Diciamocelo: quando decidiamo di andare alla ricerca di barbi, cavedani o tinche e continuiamo a catturare questi voracissimi pescetti, non è il massimo, disturbano la nostra azione di pesca, vanificando magari una passata che poteva regalare altre emozioni. Tuttavia, se decidiamo di scegliere una pesca mirata alla cattura di scardole di taglia maggiore vi assicuriamo che si possono trascorrere dei divertentissimi pomeriggi di pesca!
SCARDOLE DELL’ADDA: Conosciamo il nostro avversario
Questi ciprinidi sono pesci gregari che amano vivere in branchi numerosi e pinneggiare vicino a rigogliose piante acquatiche alla ricerca di cibo e riparo dai grandi predatori. La taglia media di questi pesci è di 15-25 cm e hanno un peso che varia da 200/300 gr. Eppure nell’Adda la taglia di questi ciprinidi aumenta vertiginosamente con molti esemplari che raggiungono 35/40 cm di lunghezza per un peso che può superare tranquillamente il kilo! Oltretutto, questi esemplari vivono nella corrente e vi possiamo garantire che portare a guadino pesci di questa taglia utilizzando terminali che non superano quasi mai lo 0,10 di diametro è sempre una splendida emozione! È anche vero che bisogna affrontare questi avversari ad armi pari, scegliendo quindi una montatura leggera e sensibilissima, così da poter testare la voracità e la caparbietà di questo ciprinide.

SCARDOLE DELL’ADDA: Dove trovare questi avversari?
Solitamente sono loro a trovare noi! Quando siamo a caccia di cavedani o barbi, questi voraci pescetti vengono quasi sempre a trovarci, infastidendo la nostra azione di pesca. Tenete presente però che, se decidiamo di praticare una pesca specifica e indirizzata esclusivamente alla cattura di esemplari di taglia maggiore, non possiamo assolutamente trascurare le loro abitudini e dobbiamo pescare sempre in punti precisi e mirati. Se sui laghi la cattura di questi esemplari avviene più facilmente (una volta individuato il branco), sui fiumi non è sempre così. Abbiamo scoperto a caro prezzo che questi animali prediligono zone particolari in cui l’acqua rallenta, crea un fondale sostenuto e ricco di piante acquatiche. Questi sono sicuramente gli spot ideali in cui le scardole amano vivere indisturbate alla ricerca di qualche bel boccone trasportato dalla corrente.
Questi pesci raramente mangiano sul fondo, solitamente attaccano la nostra esca a metà altezza. Per questo è importante regolare in modo corretto il segnalatore. Tenete in considerazione, inoltre, che è importante non far salire troppo l’esca. Pertanto, è meglio effettuare una passata a scorrere, così da accompagnare il segnalatore verso valle e regalare di tanto in tanto qualche invito, facendo svolazzare la vostra esca. La pesca dovrà essere fatta sempre in prossimità delle alghe. Sembra una banalità, ma pescando troppo in mezzo, potreste non ricevere abboccate.
SCARDOLE DELL’ADDA: Quale esca?
Le scardole mangiano davvero di tutto! Siamo riusciti ad ingannarle con bigattini, caster, mais, vermi, pastella, persino con la frutta e pure a spinning. Insomma: un vero onnivoro che non disprezza mai un bel boccone! Tuttavia, la vera esca principe resta sempre il pane. Un’esca semplice, affascinante e molto tecnica, apprezzata da tutti i ciprinidi che vi regalerà sicuramente moltissime soddisfazioni! Non dimentichiamoci, inoltre, l’importanza di una pasturazione continua e costante.

SCARDOLE DELL’ADDA: La montatura
Una volta individuato lo spot in cui calare la lenza, è il momento di costruire la nostra montatura. Dovrà essere estremamente morbida, in modo tale da far fluttuare il più naturalmente possibile il nostro fiocco di pane che utilizzeremo come innesco. Per questo motivo solitamente utilizziamo galleggianti a goccia di portata pari a due grammi, tarati con una montatura a scalare disposta su circa 1,5 metri di lenza. Partiamo con 4 pallini del n. 6 raggruppandoli in poco spazio, scalando gradualmente la dimensione ed aumentando la spaziatura fino ad arrivare vicino alla nostra girella. Infine, terminiamo la piombatura con un ultimo piombo a circa 20 cm dalla girella. Il terminale dovrà essere lungo circa 30-40 cm con un diametro dello 0,09/0,10.
SCARDOLE DELL’ADDA: Utilizzo del pane
Per questa pesca utilizziamo solitamente i seguenti quantitativi:
- 5-6 panini secchi;
- 1,5 kg di pan grattato;
- 1 confezione di tramezzini da utilizzare come innesco.
È una procedura abbastanza semplice. Iniziamo ad immergere nell’acqua i panini secchi e attendiamo che si ammorbidiscano per bene. Nel frattempo, mettiamo il pane grattato in un secchiello, mescolandolo poco alla volta con dell’acqua e cominciamo a creare una piccola pallina con le mani. Per quanto riguarda la consistenza, è importante ricordare che l’obiettivo è far sciogliere la pallina man mano che cala verso il fondo. Ora che i panini secchi sono belli zuppi di acqua, strizziamoli e aggiungiamoli al pane grattato e mescoliamo tutto insieme nel secchio. Per invitare le scardole a pranzo, iniziamo a lanciare 3 palle di pane della dimensione di un’arancia. A seguire, butteremo una piccola noce di pane ad ogni passata per richiamare sempre in pastura il branco.
SCARDOLE DELL’ADDA: Innescare il pane sull’amo
Prima di tutto scegliamo un amo a gambo lungo e iniziamo a bagnare e inzuppare il tramezzino bianco. A questo punto, dopo aver strizzato il pane, stacchiamo una piccola porzione che andiamo ad innescare sull’amo per creare il nostro boccone.
Questo è uno dei tanti modi di innescare il pane sull’amo e se avete ancora qualche dubbio, non perdetevi i video tutorial sul nostro canale YouTube.

SCARDOLE DELL’ADDA: Tecnica di pesca
Una cosa da tenere assolutamente in considerazione è la zona in cui volete far viaggiare la vostra esca. Le scardole, come dicevamo, sono pesci che amano nascondersi in mezzo alle piante acquatiche ed escono dai loro nascondigli solo per acchiappare un bel boccone e prontamente ritornano in mezzo alla vegetazione. Si nutrono principalmente a metà altezza, per tale motivo dobbiamo regolare la profondità del nostro segnalatore, così da far svolazzare la nostra esca proprio sopra le piante acquatiche. Ecco la spiegazione per cui il pane è un’esca tanto efficace. Essendo un’esca molto leggera tenderà a fluttuare in mezzo alla corrente diventando un boccone irresistibile per i nostri avversari!
SCARDOLE DELL’ADDA: Perché cacciare le scardole extralarge?
Sebbene non siano barbi o super cavedani, andare a scovare delle scardole extralarge in zone con buona corrente e utilizzando solo terminali leggeri, può davvero essere una bella sfida. Incontrare degli esemplari da oltre un kg in queste condizioni, metterà a dura prova la vostra montatura. Inoltre, se dovesse capitare di trovare la giornata giusta, allora sì che inizierà il divertimento: le abboccate si susseguiranno senza sosta!
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