PASTURA: TROPPO O TROPPO POCO?
PASTURA: “Ci sono sempre nuovi luoghi per andare a pescare. Per ogni pescatore, c’è sempre un nuovo posto, sempre un nuovo orizzonte” … e sempre una nuova sfida.
PASTURA: A volte decifrare il fiume è un vero e proprio rompicapo!
Il fascino della pesca per noi è da sempre legato alla ricerca, alla sperimentazione, alla scoperta dello stratagemma per ingannare i nostri avversari, ad affinare la tecnica e imparare ad adattarla allo spot di pesca in cui ci troviamo. Sembra semplice, ma come ben saprete non è affatto facile comprendere ciò che accade sott’acqua e spesso cambiare amo o lenza non è sufficiente per ottenere dei buoni risultati. Consapevoli dei nostri limiti, abbiamo iniziato ad osservare ciò che avviene nel fiume, cercando di cogliere quel piccolo dettaglio che potrebbe darci la spinta in più nelle situazioni difficili.
Quando arriviamo sulle sponde dei corsi d’acqua, ci sentiamo come dei detective! Sempre alla ricerca di piccoli indizi che ci aiutino risolvere l’enigma della giornata.
A volte decifrare il fiume diventa un vero e proprio rompicapo! Capire il posto preciso in cui staziona il pesce, dove si nasconde, indovinare quale esca preferisce mangiare quel determinato giorno sono solo alcune delle domande che un pescatore dovrebbe porsi una volta raggiunte le sponde del corso d’acqua preferito.

Pastura: quante variabili da considerare in una sessione di pesca!
Durante una sessione di pesca è possibile incontrare infinite variabili e molto probabilmente non basterebbe una vita intera per sviscerare tutte le casistiche possibili. Quante volte è capitato pescare in punti in cui il pesce non rispondeva ed è stato sufficiente semplicemente spostarsi di 50 metri più a valle per trovare una situazione completamente differente? Cosa è cambiato? Perché in quel punto il pesce risponde e, invece, più a monte nulla? Ci sono tanti piccoli segreti sulla vita dei nostri avversari che il fiume custodisce gelosamente nel suo scorrere silenzioso verso il mare, sta solo a noi cercare di capirli e scoprirli.
La pasturazione
Oggi vogliamo porvi una semplice domanda: quanta pastura utilizzate durante una sessione di pesca? Siete tra i pescatori che utilizzano dosi massicce di esche e pastura, sforando i famosi 2,5 kg previsti dalla normativa lombarda? Oppure, al contrario, appartenete all’estremo opposto e per voi 300 gr di bigatti sembrano una quantità spropositata per passare un intero pomeriggio sui fiumi? Ognuno agisce in base alle proprie convinzioni, ma vi siete mai chiesti se il quantitativo di esche o pastura che solitamente utilizzate è troppo, oppure troppo poco?
L’utilizzo della pastura nella tecnica alla passata, sia con esche naturali che con sfarinati, è la base per ottenere delle catture continuative durante tutta una sessione di pesca. E’ possibile scovare sul web moltissime informazioni riguardanti le varie tipologie di pasture che offre il mercato e ci sono anche tantissimi video che spiegano le quantità da utilizzare in un determinato spot durante una sessione di pesca. Nonostante ciò, la risposta alla domanda “troppo o troppo poco” non viene quasi mai trattata.
Se una sessione di pesca volge nel verso giusto, sicuramente siamo meno propensi a porci delle domande, ci godiamo il momento, mostrando agli amici uno dei nostri migliori smile. Tuttavia, non tutte le giornate sono uguali e le gioie si mixano sempre a delusioni. La risposta alla domanda troppo o troppo poco non è la soluzione a tutti i problemi, ma sicuramente è un dettaglio da non sottovalutare durante una sessione di pesca.
PASTURA: Piccoli esperimenti
Spinti sempre dalla curiosità, abbiamo fatto diversi esperimenti, cercando di osservare la reazione dei nostri avversari alle varie dosi di pastura utilizzate durante le diverse sessioni di pesca. Abbiamo provato a pasturare in diversi spot con volumi d’acqua differenti, con diverse velocità di corrente, verificando sempre la frequenza delle abboccate in base alla quantità di pastura utilizzata. Non contenti, abbiamo fatto di più! Proprio come degli scienziati durante i loro esperimenti, abbiamo cercato di analizzare più variabili possibili. Per esempio, abbiamo impostato determinate uscite di pesca effettuando esclusivamente un preciso dosaggio di pastura; abbiamo paragonato la nostra uscita con quella svolta in precedenza e confrontato la crescita/diminuzione delle abboccate. Naturalmente abbiamo effettuato questi piccoli esperimenti in giorni diversi, ma con le stesse condizioni climatiche e ugual portata dei fiumi.
Come dosaggi, per la pasturazione forte abbiamo usato il massimo della normativa lombarda, concentrando la pastura in due ore e mezza di pesca. Al contrario, per una pasturazione più soft, abbiamo utilizzato lo stesso quantitativo di pastura distribuendolo in 6 ore di pesca. Nelle pescate con aumento progressivo della pasturazione abbiamo concentrato la pastura in circa 4 ore di pesca.
PASTURA: Piccoli corsi d’acqua
Abbiamo ricevuto la prima risposta dal volume d’acqua in cui abbiamo pescato. Nei piccoli fiumi le dosi massicce di pastura non hanno svolto l’effetto di aumentare le catture. Al contrario, dei dosaggi bassi hanno avuto riscontri nettamente più positivi con continue abboccate dei nostri avversari. L’ipotesi che abbiamo formulato è dovuta alla massiccia concentrazione di ciprinidi nelle varie buche che si formano in questi piccoli corsi d’acqua. Un dosaggio basso di esche ha aumentato notevolmente la competizione alimentare dei pinnuti, diminuendo la loro innata diffidenza verso il nostro inganno. Al contrario, effettuando un dosaggio massiccio, dopo un breve inizio incoraggiante, abbiamo notato una netta diminuzione delle abboccate con momenti di attesa molto lunghi. I pesci catturati durante questo dosaggio erano strapieni di pastura e molto probabilmente i dosaggi massicci non hanno creato quella competizione alimentare da indurre i nostri avversari ad abboccare con una certa continuità.

PASTURA: Grandi corsi d’acqua
Abbiamo provato ad impostare in queste zone una pescata con dosaggi bassi. Contrariamente alle nostre aspettative, le abboccate sono arrivate. Nonostante ciò, non siamo riusciti a portare sotto lenza un branco di ciprinidi sufficiente da avere continue abboccate. Molto probabilmente il volume d’acqua e la corrente hanno portato a valle troppo velocemente tutta la pastura lanciata. Per tale motivo, abbiamo ricevuto solo abboccate di pesci che pinneggiavano nelle zone limitrofe, attirati dai piccoli dosaggi proposti. Viceversa, utilizzando delle dosi elevate di pastura, siamo riusciti a concentrare un maggior numero di abboccate, attirando parecchi ciprinidi a portata di lenza. Insomma, una pesca completamente diversa.
PASTURA: Canali con corrente veloce
Parliamo di spot in cui la principale avversaria di ogni passatista è la corrente. Dobbiamo ammettere che anche in questo caso i dosaggi minimi hanno avuto scarsi risultati. Al contrario, l’utilizzo di dosaggi maggiori ha consentito di attirare qualche bel pesce a tiro di lenza. Come accennavamo, il vero problema di questi spot è la forte corrente che, unita alla profondità del canale, disperde molto la pastura lanciata in acqua. Le abboccate si concentrano esclusivamente sopra la zona pasturata. Se la zona non viene continuamente alimentata, le abboccate rischiano di cessare quasi immediatamente.

PASTURA: Il poco ma spesso
Ciò che emerge dai vari tentativi effettuati è un elemento fondamentale: lo spot incide fortemente sull’uso delle pasture. Nelle correnti lente o nei piccoli corsi d’acqua hanno prevalso i dosaggi minori, invece i dosaggi più concentrati hanno reso maggiormente nelle correnti più sostenute. Il problema della pasturazione forte è la bassa durata della pescata. Infatti, utilizzare i dosaggi indicati dalla normativa lombarda per 6 ore di pesca sono decisamente troppo bassi. Si dovrebbero utilizzare quantitativi di pastura e bigatti decisamente maggiori per riuscire ad avere una continuità di catture, sforando però il massimo previsto dalla normativa vigente. Abbiamo trovato un buon compromesso: il “poco, ma spesso”.
Come far durare i pochi bigatti a nostra disposizione per un pomeriggio di pesca?
Aumentando la quarzite utilizzata per incollare bigattini. Questa soluzione ha il doppio vantaggio di portare le nostre esche sul fondo, evitando il più possibile le deviazioni dovute dalla corrente e consentendo di mantenere alta la competizione alimentare dei nostri avversari. Per un dosaggio massimo di 500 gr di bigatti, occorre unire almeno 2kg di ghiaietto. Le dosi da utilizzare durante la passata sono quelle che potete vedere nella foto. Piccole palle di ghiaia e bigatti verranno utilizzate ad ogni passata da lanciare proprio sopra il nostro segnalatore. La combinazione “poco, ma spesso” ha sempre portato ottimi risultati sia in termini di catture che di soldini risparmiati. L’unica controindicazione di questa pesca è la presenza di altri pescatori. Cercate di trovare spot in cui ritagliarvi il vostro spazio. Se a valle trovate un pescatore che utilizza 3kg di bigatti unito a chissà quanti kg di pastura, è scontato l’esito della pescata
Troppo o troppo poco?
Abbiamo trovato una risposta a questa domanda applicando la giusta via di mezzo e adattando sempre i nostri quantitativi alle zone in cui decidiamo di pescare. Tenendo presente che non è possibile recuperare la pastura gettata in acqua, è sempre meglio partire con dosaggi bassi per poi effettuare le dovute modifiche, in base alla risposta del pesce in quel determinato posto e in quella determinata giornata.
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