L’ORO DELL’ADDA

L’ORO DELL’ADDA: di quale pesce da sogno stiamo parlando?

L’ORO DELL’ADDA: Come i famosi cercatori d’oro che si recavano sulle rive del Fiume Colorado alla ricerca delle preziose pepite, noi pescatori siamo soliti sondare chilometri e chilometri di sponde alla ricerca del pesce da sogno che riesce con la sua forza e bellezza ad emozionarci, regalandoci intense giornate di pesca.

E di quale pesce da sogno stiamo parlando? Della tinca!

L’ORO DELL’ADDA: quando pescarle?

Per avere qualche chance di catturare le tinche dobbiamo scegliere la giornata perfetta. Il periodo compreso tra giugno e dicembre offre sicuramente molte opportunità per incontrarle. Questi pesci amano il caldo e la bella stagione è il periodo migliore per catturarle. Solitamente anche l’autunno offre giornate splendide, giornate in cui la temperatura dell’acqua inizia a calare e l’arrivo dell’imminente inverno costringe tutti i pesci a nutrirsi con maggiore voracità… comprese le tinche!

l'oro dell'adda

L’ORO DELL’ADDA: dove trovarle? 

Il fiume Adda offre ancora molti spot dove è possibile incontrare questi spettacolari ciprinidi. La ricerca è sempre alla base di tutto e anche in questo caso è fondamentale osservare attentamente il corso del fiume alla ricerca degli hot spot in cui questi bellissimi ciprinidi amano rifugiarsi e trovare nutrimento. Le tinche non stazionano ovunque, ma pinneggiano in spot ben precisi dove trovano cibo, riparo e le condizioni ideali per crescere indisturbate. Stiamo parlando delle zone in cui si creano profonde lanche ricche di vegetazione e fondali melmosi. Si tratta di luoghi perfetti dove calare la nostra lenza.

Cosa hanno in comune questi pesci e il fiume Adda? Sono entrambi lunatici! Basta davvero pochissimo per disturbarli… un niente per rischiare di non vedere più un’abboccata. Il nostro consiglio, quindi, è di insistere, perseverare e crederci sempre… perché prima o poi l’oro viene a galla!

L’ORO DELL’ADDA: Tinche a passata

Per pescare questi bellissimi pesci occorre la giusta tecnica e un’adeguata attrezzatura. È essenziale conoscere bene il fondale che ci troviamo davanti. Dobbiamo necessariamente pescare radenti il fondo, realizzando montature leggere e sensibili necessarie per superare la loro diffidenza. Dato che i fiumi non presentano mai acque completamente ferme, una volta decisa la linea di pesca, dobbiamo calcolare bene il punto preciso in cui pasturare, così da essere sempre in pesca e riuscire a raggruppare il branco proprio sotto la nostra lenza.

L’ORO DELL’ADDA: la canna

La nostra scelta ricade su una bolognese che può avere una lunghezza variabile in base alla profondità in cui peschiamo. Ad esempio, se ci troviamo davanti ad un fondale di 6 metri, possiamo tranquillamente utilizzare una 7 metri; se il fondale supera i 7 metri, dobbiamo ripiegare su una 8 metri.

Tra il cimino della canna e il galleggiante dovrebbe sempre esserci un metro di distanza. Ciò permette di evitare fastidiosi ingarbugliamenti. Quando il pesce abbocca, bisogna essere pronti a ferrare subito! Per questo motivo, sulle lunghe distanze, consigliamo di non scendere sotto la lunghezza di 7 m, altrimenti potremmo rischiare di perdere il pesce durante la ferrata.

L’ORO DELL’ADDA: monofilo

Carichiamo il nostro mulinello con una buona lenza del diametro dello 0,16/0,18. Per queste sessioni di pesca, abbiamo utilizzato il monofilo Erre Due della Tubertini. Si tratta di una lenza generalmente utilizzata per la pesca a feeder e all’inglese con un peso specifico elevato che consente un rapido affondamento. Sicuramente una lenza ideale per effettuare lanci abbastanza lunghi e precisi!

L’ORO DELL’ADDA: galleggianti

Quando andiamo a caccia di questi colossi, utilizziamo sempre galleggianti particolari dotati di una certa resistenza. Tra l’infinità di segnalatori che offre il mercato, optiamo sempre su galleggianti a goccia con filo passante capaci di offrire una resistenza superiore rispetto a quelli con l’occhiello. Le dimensioni variano in base alla corrente e alla profondità del posto di pesca. Tendenzialmente preferiamo utilizzare galleggianti che variano dai 2 ai 3 grammi. Usiamo la grammatura maggiore solamente in casi eccezionali, con condizioni estreme di pesca.

L’ORO DELL’ADDA: montatura

L’obiettivo della nostra montatura è far scorrere la nostra esca, radendo il fondo, presentando l’esca nel modo più naturale possibile. Per tale ragione, uniamo la rigidità del bulk di piombi ad una scalata disposta su circa due metri di lenza in grado di creare quella discesa morbida, perfetta per ingannare i nostri avversari (vedasi foto).

L’ORO DELL’ADDA: terminale

Per affrontare questi pesci, dobbiamo utilizzare terminali adeguati. Viste le acque limpide dell’Adda, decidiamo di partire sempre con dei terminali abbastanza sottili, ma vista la mole e la potenza sprigionata dai nostri avversari decidiamo di non scendere quasi mai sotto lo 0,12. Ci siamo trovati benissimo con la serie Erre della Tubertini. Un monofilo realizzato in fluorine che unisce la morbidezza di un nylon con l’invisibilità e la resistenza alle abrasioni di un fluorocarbon. Insomma l’ideale per questi ciprinidi! In più, se la giornata è buona e le abboccate si susseguono, possiamo anche provare a salire di diametro, passando ad uno 0,14 che potrebbe garantirci sicuramente maggiori chance di cattura!

L’ORO DELL’ADDA: amo

La dimensione dell’amo varia molto dall’esca che andremo ad utilizzare. Se decidiamo di utilizzare dei bigattini, dobbiamo ripiegare su ami del n.16. Al contrario, se decidiamo di utilizzare dei chicchi di mais, possiamo salire al n.12-10. In particolare, noi abbiamo utilizzato ami della serie 206 ami a gambo medio e punta rientrante, davvero eccezionali per la pesca di questi ciprinidi.

Se volete leggere l’articolo completo, date un’occhiata al nostro articolo pubblicato sulla rivista Pesca In! Buona lettura!

 

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2 risposte

  1. ettore radice ha detto:

    Vi conosco da poco e mi piacete tanto… io sono un super ignorante d’età avanzata che abita in Piemonte Mi diverte il Belly boat, ma non ne parlate molto… c’è molta poesia nel galleggiare e vedere anche il paesaggio. Mi diverto anche se non prendo niente.
    Grazie per i vostri consigli, sono sempre utilissimi!
    ciao a tutti
    ettore

     

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