COLATORE ADDETTA: PESCA “AI TRENI EXPRESS”
Colatore Addetta: pesca alle carpe furiose e ai cavedani extralarge!
Il Colatore Addetta è un piccolo corso d’acqua che nasce da una diramazione del canale Muzza a Paullo, che attraversa la provincia milanese, sfociando successivamente nel fiume Lambro. Abbiamo già parlato di questo corso d’acqua nell’articolo “Pescare in Addetta: bella sfida!”. Di recente, vi siamo ritornati per andare a caccia degli astuti cavedanoni che popolano questo fiumiciattolo, ma con grande sorpresa, ci siamo scontrati con degli avversari molto più agguerriti del previsto e del tutto inaspettati…
Colatore Addetta: spot non semplice
Siamo abituati a cambiare, girare alla ricerca di nuovi spot, testare nuovi corsi d’acqua, ma dobbiamo dirlo questo colatore ci attrae sempre! Come mai? È un spot molto complesso e tutte le volte è una vera sfida! Non è un posto semplice, soprattutto in certi periodi dell’anno è facile scontrarsi contro innumerevoli difficoltà. A noi, però, piace metterci sempre alla prova e sono proprio questi spot, così complicati, che ci regalano le soddisfazioni migliori!
Colatore Addetta: situazione attuale
Il livello del colatore è ancora basso in questo periodo, ma ormai la bella stagione è alle porte e potrebbe aumentare da un giorno all’altro per via dell’apertura della chiusa che regola il livello del corso d’acqua presente a Paullo. Quindi… acque limpide e correnti lente sono il nostro campo di battaglia! Inoltre, le temperature abbastanza rigide di questo strano marzo non hanno ancora riattivato completamente i nostri avversari… ma non demordiamo! L’esperienza ci insegna che sono queste le condizioni migliori per catturare i grossi ed astuti cavedani presenti!
Colatore Addetta: con quale attrezzatura partire?
Il colatore durante tutto il suo tragitto assume il classico percorso del fiume ed è quasi sempre immerso in una folta vegetazione, con postazioni non sempre comode e piene di ostacoli. Generalmente, portiamo con noi tre canne: due mulinello da 5-7 metri e una canna fissa da 7 metri. Il loro utilizzo dipende dalla postazione di pesca. Completa l’attrezzatura: un giubbetto contenente tutti gli accessori di pesca, un contenitore per le esche e uno sgabello (utile in certe circostanze per renderci meno visibili).
Colatore Addetta: pesca di fino
Quando il livello dell’Addetta è basso e le acque sono ancora fredde, per vedere qualche abboccata occorre una pesca leggerissima con galleggianti che non superano mai il 0,50 gr, terminali di diametro molto ridotto e ami molto piccoli. Questo è il segreto! Ed è anche l’unico modo per ingannare qualche ciprinide che pinneggia indisturbato nelle acque dell’Addetta. In particolare, nella nostra uscita abbiamo utilizzato una bolognese da 5 metri su cui abbiamo infilato un galleggiate di forma allungata da 0,30 gr (per maggiori informazioni sulla scelta del galleggiante, potete cliccare su questo link) tarato con 5 piccoli piombi del n.10 posti a 5 cm l’uno dall’altro. Conclude la montatura un terminale del diametro dello 0,09 lungo 35 cm a cui legheremo un amo senza ardiglione del num. 22.
Colatore Addetta: sfide sempre al limite
Partiamo pieni di entusiasmo alla caccia di grossi cavedani, ma soprattutto consapevoli della difficoltà! Ci tuffiamo in questa nuova avventura fiduciosi di acchiappare qualche bell’esemplare. Portiamo i classici 500 gr di bigatti, ma viste le recenti piogge, decidiamo di comprare anche una scatola di veronesi. Arrivati sul posto, impostiamo la pescata facendo una passata leggerissima, lasciando scorrere il segnalatore sull’unico briciolo di corrente presente. Decidiamo di iniziare pasturare, fiondando i nostri bigatti ad ogni lancio.
Attimi di attesa…
Le abboccate sono restie ad arrivare, ma dopo un’ora acchiappiamo il primo big del giorno che parte come un razzo e ci saluta dopo pochi secondi… Tempo di legare un nuovo amo e un altro affondamento risveglia i nostri animi! Purtroppo, questa volta il nostro avversario apre l’amo del 22 e ci saluta. Vista la tenacia dei nostri avversari, decidiamo di cambiare tecnica. Inseriamo un galleggiante da 0,5 gr che ci permette di trattenere maggiormente l’esca sul fondo, aumentiamo il terminale mettendo uno 0,12 fluoro carbon, portiamo l’amo dal 22 al 18 senza ardiglione. Inoltre, cambiamo metodo di pastura: decidiamo di incollare i nostri bigatti in modo da portarli sul fondo più rapidamente.
Scelta sbagliata…
Purtroppo, non raccogliamo i frutti sperati, le abboccate spariscono e il galleggiante rimane immobile… morale? Per le successive ore non riusciamo a prendere nulla…
Si ritorna sui nostri passi…
Dopo tre ore di pesca, siamo ancora a quota zero. Decidiamo di ritornare sui nostri passi, costruendo nuovamente la montatura iniziale. Scelta giusta! Dopo poche passate, riusciamo a scappottare e prendere il primo big del giorno! Tempo di slamarlo e dopo poche passate prendiamo il secondo… un altro bel cavedano!
Le gioie durano poco…
Le abboccate si susseguono, ma i cavedani spariscono e ritornano le furie… i combattimenti sono brevi e i vincitori sono sempre i nostri avversari…dopo averne agganciate 4 e prese zero, decidiamo di aumentare la lunghezza del terminale dello 0,09 portandolo da 35 a 50 cm sperando di renderlo più resistente, legando un’amino al carbonio senza ardiglione del n. 20. Agganciamo la nostra quinta avversaria, ma dopo una breve lotta si sgancia. Passa poco, ne agganciamo un’altra! Stavolta riusciamo a tenerla e dopo un duro combattimento la guadiniamo! Una bella soddisfazione!!
Verso sera il gioco si fa duro..
Giungono le 17.30, la luce inizia a calare e vista la tenacia dei nostri avversari decidiamo di cambiare terminale. Rimettiamo lo 0,12 fluorocarbon, tenendo sempre l’amo del n. 20 al carbonio! Ora, anche se le furie scattano come dei treni Frecciarossa, riusciamo a tenerle impedendogli di rintanarsi sotto qualche pianta! Ne acchiappiamo una, due e tre… poi, soddisfatti chiudiamo tutto e torniamo a casa!
Continuate a seguirci su Facebook e su Instagram!